La proposta di Regolamento relativo a un mercato unico dei servizi digitali (legge sui servizi digitali o Digital Services Act) presentata il 15 dicembre 2020 è stata approvata in data 20 gennaio 2022 dal Parlamento Europeo in seduta plenaria, con alcuni emendamenti rispetto alla formulazione iniziale; l’approvazione ha permesso l’avvio dei triloghi tra Parlamento, Commissione Europea e Consiglio per negoziare la stesura finale del testo del regolamento.
In termini generali, come noto, la proposta di regolamento Digital Services Act (o DSA) si pone l’obiettivo di stabilire regole comuni in ambito europeo per disciplinare l’attività svolta dalle piattaforme ed il funzionamento dei servizi digitali, definendo competenze e responsabilità chiare per i prestatori di servizi intermediari e, in particolare, per le piattaforme online al fine di garantire regole certe e un ambiente online più sicuro per utenti e consumatori.
Il testo approvato dal Parlamento lo scorso gennaio in assemblea plenaria – con 530 voti favorevoli, 78 contrari e 80 astenuti – prevede, tra le diverse misure, un meccanismo di “notifica e azione” e garanzie per la rimozione di prodotti, servizi o contenuti illegali online da parte dei prestatori di servizi, rimozione che dovrà avvenire “senza indebito ritardo” tenuto conto del tipo di contenuto illegale oggetto di notifica e dell’urgenza dell’intervento. Il Parlamento ha quindi apportato alcune modifiche alla versione presentata dalla Commissione, rafforzando le garanzie sulle modalità di trattamento delle notifiche, affinché siano elaborate in modo non arbitrario e senza discriminazioni con un bilanciamento della tutela dei diritti fondamentali coinvolti, compresa la libertà di espressione e la tutela del pluralismo dei media.
Un ulteriore punto di interesse concerne il “risk assestment” ovvero la valutazione dei rischi (obbligatoria) e l’adozione di misure di attenuazione dei rischi stessi, che siano indipendenti e trasparenti, oltre alla valutazione dei sistemi di raccomandazione, ovvero gli algoritmi, che definiscono i contenuti visualizzati dagli utenti, per i quali è richiesta una maggiore trasparenza.
Sono stati rafforzati gli obblighi informativi a carico delle piattaforme relativamente all’utilizzo e alla monetizzazione dei dati – definite “informazioni rilevati” – che devono quindi essere esplicitate affinché l’utente sia consapevole delle modalità di trattamento dei propri dati; rafforzate anche le misure sulla pubblicità mirata riconoscendo maggiori possibilità per gli utenti di revocare o rifiutare il consenso, ovvero con la stessa facilità con cui l’hanno prestato, e avendo a disposizione altre opzioni eque e ragionevoli per accedere alla piattaforma e utilizzare i relativi servizi; è stabilito il divieto di utilizzo di sistemi di targeting (tracking-free advertising) nei confronti di minori o rivolti a gruppi vulnerabili e il divieto di utilizzo di tecniche ingannevoli per condizionare il comportamento degli utenti attraverso modelli occulti (dark pattern).
Il secondo trilogo sul DSA ha avuto luogo il 15 febbraio 2022 a Strasburgo durante il quale si è discusso degli aspetti inerenti la valutazione del rischio e della mitigazione del rischio, la governance, l’esenzione per le PMI di alcuni degli obblighi; all’esito dell’incontro è emersa una generale condivisione di vedute sugli obiettivi e sui punti di maggiore interesse restando aperti, tuttavia, alcuni punti di discussione.
In effetti si assiste ad un generale apprezzamento per il quadro normativo e per gli sforzi profusi finalizzati a garantire soluzioni di compromesso; particolarmente apprezzata la scelta di mantenere nel testo del DSA alcuni principi cardine della Direttiva e-commerce – tra cui il regime di responsabilità limitata per i servizi digitali e il divieto di imporre un obbligo generale di monitoraggio; tuttavia, vi è cautela e attesa sull’esito dei negoziati per valutare complessivamente le disposizioni, posto che alcuni aspetti risultano ancora non pienamente condivisi da parte dei diversi portatori di interessi, come ad esempio il punto sulla pubblicità targettizzata.
Occorre infatti rilevare che la proposta di regolamento per i Servizi Digitali, unitamente alla proposta di regolamento per i mercati digitali, rappresentano testi normativi particolarmente impattanti che andranno a ridisegnare in modo significativo il quadro normativo europeo nel settore digitale, in un momento storico nel quale la sfida digitale rappresenta un fattore cruciale e strategico per l’Unione Europea, decisa a rafforzare il proprio ruolo nel contesto internazionale puntando su dati, tecnologia e infrastrutture.
Le due proposte si inseriscono quindi in un quadro normativo estremamente composito e articolato ed è indispensabile poter fare affidamento su regole certe e armonizzate, evitare la creazione di condizioni che possano dare luogo ad asimmetrie competitive, tra imprese e tra paesi, e difficoltà operative nella messa in atto dei diversi meccanismi stabilendo quindi obblighi fattibili; si tratta quindi di trovare il delicato punto di equilibrio tra le esigenze di tutela degli utenti e dei consumatori nel contesto digitale rafforzando e facilitando l’esercizio dei diritti e, al tempo stesso, garantire alle imprese un level playing field favorendo quini l’innovazione e la crescita dell’economia.
Sarà dunque fondamentale comprendere gli sviluppi dei negoziati nelle prossime fasi del processo legislativo; il prossimo trilogo è provvisoriamente programmato presso la sede del Consiglio il 15.03.2022.