Come abbiamo osservato dal nostro Osservatorio Digital FMCG in collaborazione con NielsenIQ, il digitale apre delle opportunità per i brand emergenti, a patto che questi facciano proprie tre parole chiave dell’e-commerce FMCG: convenience (risparmio di tempo), healthy food e personalizzazione.
Il consumatore digitale tipo è giovane, medio-alto spendente (lo scontrino medio online è di €42), attento ad alcune caratteristiche specifiche dei prodotti come l’Italianità e i “free from” (riferito a prodotti biologici o per intolleranze alimentari). In sostanza, questi prodotti, come anche quelli premium – ossia con un prezzo almeno il 50% più alto della media della categoria -, trovano nell’e-commerce un canale elettivo. Lo dimostra anche il fatto che nel 2021 il peso dei prodotti con caratteristiche distintive di questo tipo sia stato più alto nell’online che nel mondo fisico. Uno fra tutti, il Bio, che pesa il 6,7% nell’online, mentre solo il 3,6% nell’offline.
I piccoli brand trovano più spazio nello scaffale digitale, che funge da vetrina per i prodotti, ma anche per gli stessi brand. A conferma di ciò, il peso dei cosiddetti small brand è più alto online che offline: 29% contro 19% nel comparto della drogheria alimentare; 30% contro 20% nella categoria delle bevande. Inoltre, mentre per le categorie Food&Beverage c’è ampio margine di crescita delle vendite online, per quelle storicamente più digitali, come Personal Care e Pet Care, l’e-commerce risulta essere il canale di vendita chiave, che i player devono assolutamente presidiare.
L’online penetra sempre di più tra le modalità di consumo delle famiglie: su un totale di 25 milioni di famiglie in Italia (con una media di 2,3 persone), 10,7 milioni comprano online prodotti FMCG – 2,3 milioni in più rispetto al periodo pre-Covid -, rappresentando quindi il 43% del totale. Per queste famiglie, agli acquisti online è dedicato il 9,5% del proprio budget in prodotti FMCG. Considerando i singoli acquirenti, guidano le fasce più giovani, con un picco del 57% nella fascia under 34, ma anche un terzo degli italiani over 65 non disdegna gli acquisti online.
Possiamo concludere che l’e-commerce è destinato a consolidarsi nel tempo anche per i beni di largo consumo – tanto che prevediamo una crescita tra il +10 e il +15% nel 2022 – e non solo a essere una risorsa durante i periodi di restrizione, generando una rivoluzione all’interno di tutte le filiere del largo consumo. Dalle imprese produttrici agli intermediari fino ad arrivare alle aziende distributrici tutte le realtà si troveranno a dover necessariamente rivedere il loro modo di far impresa e le loro relazioni lungo la filiera, mettendo in discussione le attuali logiche produttive, commerciali e di operation. Le imprese più attente stanno già ragionando su progetti di innovazione che coniughino le nuove richieste della domanda con un rinnovato modo di erogare l’offerta, facendo leva sulle tecnologie più promettenti. Nuove logiche di produzione, nuovi flussi di dati e nuovi territori competitivi saranno le parole chiave per le imprese FMCG dei prossimi anni.