Lo scorso mese abbiamo presentato di fronte alla 10° Commissione del Senato le nostre osservazioni in merito alla liberalizzazione della vendita online dei farmaci da banco. Si ritiene necessario intervenire sulla normativa vigente sulla distribuzione dei farmaci, al fine di allineare l’Italia agli altri Paesi europei, permettendo lo sviluppo di un mercato favorevole, sia nei confronti dei consumatori, sia dei venditori.
Come indicato nel position paper si ritiene opportuno introdurre alcune modifiche all’articolo 112-quater del Dlgs 219/2006 – intervenendo sull’articolo 14 del disegno di legge in esame – per permettere a farmacie o parafarmacie di vendere i farmaci anche su siti web intermediari e piattaforme per l’e-commerce per ridurre i costi di transazione, consentendo ai venditori l’accesso a una più vasta platea di consumatori (e viceversa).
Negli ultimi decenni, il settore delle farmacie è stato oggetto di numerose riforme, tuttavia, si tratta di un ambito ancora parzialmente chiuso allo sviluppo del commercio digitale, malgrado le opportunità che sta portando per i cittadini, per le imprese, ma anche per il sistema stesso della salute. Questi ultimi due anni hanno posto in evidenza come l’accesso ai prodotti per la salute debba essere in Italia ancor più capillare, rapido e naturalmente sicuro, aiutando non solo i soggetti più fragili, ma l’intera popolazione.
Riteniamo fondamentale l’intervento legislativo per la liberalizzazione della vendita di farmaci da banco online anche in Italia, al fine di aumentare la capillarità del servizio su tutto il territorio nazionale, consentendo ai venditori l’accesso a una più vasta platea di consumatori, e viceversa. Non solo, occorre considerare che la visibilità e i volumi elevati mobilitati attraverso i canali digitali possono consentire di ricavare informazioni utili ai fini della salute, normalmente irreperibili a causa dell’elevata frammentazione dei canali farmaceutici e parafarmaceutici.