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Parlare di “sviluppo sostenibile” equivale a discutere della capacità di riuscire a vivere, in maniera dignitosa ed equa per tutti, in coerenza e armonia con i sistemi naturali da cui si traggono le risorse per le attività economiche, riducendo e (laddove possibile) annullando gli scarti e i rifiuti, con l’obiettivo di assorbire gli effetti negativi della produzione stessa.

Lo sviluppo di un’economia sostenibile, pertanto, lo si raggiunge attraverso un programma d’azione concreto e multilivello che, per usare le parole dell’ONU, contempli “rispetto per le persone, il pianeta e la prosperità” (United Nations, Sustainable Development Goals, Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo, 2014). Soddisfare i bisogni della generazione presente “senza compromettere quelli della generazione futura” è imperativo.

Ecco, quindi, che, specialmente le imprese di dimensioni più rilevanti e maggiormente innovative, hanno assunto un ruolo attivo in questa direzione, ossia ripensare ai business model nel senso di una maggiore sostenibilità di processi e prodotti facendo da traino al cambiamento.

L’industria ha iniziato a volgere lo sguardo a nuovi modi di fare impresa, con attenzione alle scelte strategiche, ai vantaggi della circular economy, alla creazione del valore condiviso, alle prestazioni di servizi di gestione e certificazione, alle opportunità che la digitalizzazione, la connettività e la dematerializzazione offrono per rendere il sistema produttivo più efficiente, oltre che in grado di salvaguardare i “capitali della sostenibilità”.

 

L’economia circolare nel business della sostenibilità

La sostenibilità presuppone che il rispetto dell’ambiente, costante e crescente, porti a scelte migliori sotto il profilo dell’impatto ambientale, senza che sia compromessa la qualità della vita.

Occorre quindi pensare a quali modelli contemplano questo binomio: soddisfazione delle aspettative di benessere economico-sociale e minore impatto ambientale.

La circular economy risponde pienamente a questo binomio: è un paradigma economico che, in questa direzione, senza peggiorare la qualità del mercato e della vita, integra scelte sostenibili nella strategia aziendale.

Esso disaccoppia la crescita economica dal consumo di risorse, ripensando i modelli di produzione e di consumo per ridurre gli sprechi e riutilizzare i materiali: si creano così cicli produttivi infiniti.

Le aziende e le filiere manifatturiere sono chiamate a riprogettare prodotti, processi, modelli di business e supply chain.

Tipicamente, il modello di produzione di tipo “take-make-dispose” viene sostituito con la Riduzione, il Riuso, la Rigenerazione ed il Riciclaggio, dalla fase di progettazione fino al recupero a fine vita. In termini pratici, si introducono, all’interno di aziende e filiere manifatturiere, strategie volte a prolungare la vita utile dei prodotti finiti, attraverso l’erogazione e il potenziamento di servizi di assistenza, riparazione e manutenzione; oppure si punta a massimizzarne l’utilizzo dei prodotti, mediante la fornitura di servizi avanzati (come sharing, pay per use, etc.); infine, è possibile recupere il valore di prodotti, componenti e materiali a fine vita, mediante la raccolta a fine uso dei prodotti finiti, il ricondizionamento, il disassemblaggio in singoli componenti ed il riciclaggio dei materiali.

In tali strategie, si tende ad adottare logiche di durabilità, modularità e standardizzazione all’interno del design dei prodotti, promuovendo l’impiego di materiali green e biocompatibili. Parallelamente, si vuole valorizzare e accrescere la resa delle risorse naturali, promuovendo le risorse rinnovabili (ad esempio, sostituendo i combustibili fossili con energia rinnovabile, oppure sostituendo materiali critici con materiali riciclati o ricavati interamente o parzialmente da piante e vegetali, i cosiddetti bio-based);

Nella riconversione dei processi produttivi, invece, si riprendono le logiche della lean production ma con un focus ambientale, per ridurre gli scarti di produzione, sostituire tecnologie e materiali con alternative meno impattanti, adottando misure di efficientamento energetico e meccanismi di scambio di sottoprodotti all’interno di sistemi di simbiosi industriale.

Insomma: ogni scelta promuove un nuovo modo di pensare, produrre e utilizzare beni e risorse.

 

I consumatori, l’informazione e le scelte consapevoli: il report di sostenibilità

Sulla strada verso la scelta della strategia sostenibile, i consumatori hanno un ruolo molto rilevante.

Le loro scelte al momento dell’acquisto, dell’utilizzo e dello scarto dei prodotti sono infatti fondamentali per promuovere i principi dell’economia circolare.

Tuttavia, è necessario considerare che, nelle scelte del cliente, vengono in rilievo tre fattori: quello economico (i consumatori scelgono quello che sembra meno costoso. Ebbene, per orientare le sue scelte, è bene informare il cliente che il prodotto-come-servizio (quale, ad esempio, il leasing) può essere, nel complesso del ciclo di vita, più economico dell’acquisto). Entra in gioco poi l’incontro tra i nostri bisogni e l’offerta che li può soddisfare: minore è il tempo ed energie richiesti per le scelte sostenibili, più facile sarà la scelta per l’economia circolare). E, infine, i fattori sociali e le convinzioni individuali. I modelli sociali hanno un ruolo importantissimo nel far percepire che, prodotti e processi sostenibili, non sono scelte di qualità inferiore alle ordinarie.

Come si può, dunque, orientare correttamente chi si rapporta con l’impresa, sotto il profilo delle scelte sostenibili?

La comunicazione puntuale, periodica e trasparente delle iniziative e degli impegni da parte delle imprese è diventata una delle maggiori leve di orientamento per gli stakeholder e per i clienti: le aziende, per rispondere, si orientano sempre più verso la redazione dei cosiddetti Report di Sostenibilità.

Il Report di Sostenibilità è il documento con cui un’azienda rendiconta (rende conto) in relazione alle proprie iniziative e performance di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. È il documento, in altre parole, attraverso cui comunica le sue azioni a tutela dell’ambiente, l’approccio che adotta nei confronti dei lavoratori, la sua relazione con il territorio e la comunità…, il modo in cui genera valore e lo distribuisce ai suoi stakeholder.

E’ il documento che orienta le scelte e racconta le strategie, valorizzando l’impegno concreto e le buone prassi.